Vita da single: lo strano caso del tipo Boh e del tipo Vissuto

Ciao bimbi, come state tutti? È un pò che non scrivo, ma vi ho pensati!

Per farmi perdonare e conquistare un pò della vostra indulgenza, riapro le danze parlandovi di un blog che ho scoperto giusto qualche giorno fa, e che sto leggendo voracemente: Memorie di una Vagina. È un blog straseguito, quindi è probabile che non vi sveli niente di nuovo facendo questo nome, ma mi chiedo quanti dei suoi follower sui social leggano davvero i post di Vagina. Beh, io lo sto facendo, e più ne leggo più ne voglio leggere, per i seguenti motivi:

– la blogger è una 30enne single come me, il che significa che non sono una disadattata (o perlomeno non sono l’unica, il che è già consolante), e non per forza questo porterà a una vita di fallimenti;
-la blogger ha origini pugliesi, e io ho una particolare predilezione per quella terra e i suoi abitanti (sì, anche questa è la diretta conseguenza di un amore sfigato);
– ogni post è un concentrato di ironia, logica stringente applicata alle quotidiane relazioni interpersonali in cui tutto troviamo fuorchè logica, e profonda solidarietà al genere femminile. Leggendo questi post si riflette, si sorride, ci si ricarica di motivazione e comprensione, riappacificandoci con le nostre piccole miserie e lasciandoci accompagnare lungo un tragitto che altrimenti appare arido e desolante.

Ieri, leggendo qua e là, mi sono ritrovata a ridere a bocca aperta prima (con questo post), e ad asciugarmi le lacrime poi (con quest’altro post), toccata nel vivo dalle parole di una mia coetanea che, a chilometri di distanza da me, vive le mie stesse paure, stessi dubbi esistenziali e stress post-traumatici, senza però perdere speranza e compassione per questo agglomerato di esistenze allo sbaraglio, in cerca di sè.
Leggendola mi sono resa conto che da un mesetto anche io faccio parte della massa di single che collezionano incontri strambi, da passare al vaglio di un bravo entourage di sociologi, giusto per prendere le distanze da queste strane figure che ti fanno pensare “Ma io, qui, come ci sono finita?” e soprattutto: “Ma questi, qui, da dove ci sono arrivati???”

In queste settimane in cui ho scritto poco (anzi, chiamiamolo col suo vero nome: NIENTE), oltre a passare il tempo tra sport, aria aperta, incontri di “lavoro” e a studiare batteria (su questo aspettatevi prossimamente un bel post), mi sono dedicata alla vita sociale, che per una che esce da una convivenza finita male è di primaria importanza, direi. Amici di amici di amici che si spera portino presto a conoscerne altrettanti: tutte persone a posto, per carità, con cui fa sempre piacere chiacchierare bevendo una birra, o festeggiare, o ritrovarsi per una cena, ma questo non mi ha salvata da alcuni casi che mi hanno lasciata…diciamo…perplessa.
Attualmente ne ho collezionati giusto un paio, che vi illustro subito subito, nell’attesa che la lista si allunghi.

CASO 1: IL TIPO BOH

Il tipo Boh è un tipo anomalo: ti cerca ma non ti cerca, ti parla ma non ti parla, ti fa pensare che la tua compagnia gli vada a genio ma non ti considera quando gli stai a fianco, ti invita a uscire ma poi sparisce e poi ricompare e alla fine si volatilizza. Se sia timido/insicuro/dubbioso/problematico/alla ricerca di unequilibrioediqualcosachenonc’è questo non è dato sapere, perchè non lo sa neanche lui, o comunque non te lo vuole dire.
Caro tipo Boh, non che tu mi debba delle spiegazioni solo perchè siamo stati a cena una volta e io ora sappia più cose di te che del resto della tua compagnia, ormai lo sappiamo che in questo genere di cose 2+2 non fa quasi mai 4, però diciamo che se non ti fa piacere passare il tempo con me puoi essere chiaro su questo. E se invece ti fa piacere, puoi essere chiaro anche su questo. Insomma, puoi essere chiaro in generale con me, qualsiasi sia il punto della questione. Chiaro, no?
Ma chiaramente questa tipologia di soggetto non ha affinità con le cose semplici e lineari.

CASO 2: IL TIPO VISSUTO

Questo tipo, come si può capire dal nome, è più grande. Parecchio più grande. Vabè, a 30 anni non è un problema se lui è più vicino agli Anta che agli Enta, anzi, meglio: sarà più maturo, ti dici. Avrà più esperienza, ti dicono. E invece è lì che ci sbagliamo: il tipo Vissuto ha fatto tutto nella sua vita tranne che maturare e mettere a frutto esperienze.
Ecco perchè, quando l’hai visto, hai pensato che avesse suppergiù la tua stessa età: non è che se li porta bene, è che mentalmente e emotivamente è rimasto ancorato al decennio precedente. Se poi ci esci per un drink, e scopri che non ci sa fare per niente nonostante il CV pieno di qualifiche (perchè ovviamente il tipo Vissuto è stato sposato o almeno fidanzato seriamente), allora hai la certezza che l’abito non fa il monaco.
Assolutamente NO.

Come potrete dedurre, con nessuno dei due casi sopra citati c’è stato il bis.
Quello l’avrei volentieri concesso al moraccione che ho incontrato ancora prima di loro e che mi ha fatto volteggiare/piegare/ondeggiare a suon di bachata e qualche altra roba strana come se lo facessi ogni sera da 10 anni, mentre in realtà era la prima volta che mi presentavo a una serata latina in vita mia. Ma ovviamente, come la mia adorata blogger Vagina, anche lui è pugliese (ironia della sorte), e quindi il bis, tris e via dicendo posso solo proiettarmeli in sogno di notte.

Vagina, a proposito, se vuoi qualche dettaglio utile sul moraccione in previsione del prossimo rientro al sud, contattami pure: solidarietà e condivisione tra donne coscientemente single prima di tutto! 😉

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